Tutte le donne sanno che menopausa e osteoporosi sono strettamente correlate. Forse, quello che non tutte sanno è quali sono i fattori che possono prevenire la fragilità delle ossa.
I luoghi comuni e le notizie inesatte riguardo la menopausa sono tanti. Tuttavia una corretta informazione sulla nostra salute e sul funzionamento del nostro organismo, tema che chi mi legge sa che mi sta particolarmente a cuore, ci aiuta a considerare sintomi e disturbi della menopausa nella corretta prospettiva e ad intraprendere azioni ed abbracciare uno stile di vita che ci permette di ridurre o superare il disagio provocato da questi sintomi.
È un dato che in menopausa si riscontri nelle ossa una densità minerale ridotta. Questo avviene a causa della riduzione della produzione di estrogeni, che a loro volta hanno anche la funzione di stimolare la produzione di osteoblasti, cellule che hanno la funzione di produrre la sostanza ossea. A differenza di quanto si può pensare, l’osso è un tessuto influenzato da tanti fattori ed in costante trasformazione. Dalla vitamina D, per esempio. Questa vitamina, che è scarsamente presente negli alimenti, è per lo più prodotta dal nostro organismo tramite l’esposizione ai raggi solari. Il nostro stile di vita, caratterizzato spesso da una vita sedentaria e da una scarsa esposizione al sole è causa di una diffusa carenza di vitamina D. Questo non è un problema secondario perché la vitamina D ha un effetto antinfiammatorio ed agisce sul sistema immunitario.
La salute delle nostre ossa è fortemente influenzata dal nostro stile di vita, non solo nel periodo della menopausa ma da molto prima. Già dai trent’anni di età, grazie ad una corretta alimentazione, la giusta attività fisica e l’esposizione alla luce solare, nelle prime ore del mattino e nel tardo pomeriggio, possiamo costruire la nostra salute futura.
L’esame più noto per lo studio della densità ossea è la mineralometria ossea computerizzata (MOC), da ripetere soltanto all’inizio della menopausa o prima se vi sono particolari fattori di rischio e successivamente, per valutare la tendenza alla riduzione della densità ossea. Ma possiamo anche misurare la densità dell’osso con uno strumento meno invasivo: il bioimpedenziometro, che non utilizza radiazioni e può essere ripetuto frequentemente per controllare lo stato delle ossa.