Quando siamo stanchi, con il morale a terra, in preda a pensieri negativi, possiamo ammalarci più facilmente di influenza o veder comparire vicino al labbro il fastidioso Herpes Labialis.

Lo stress ripetuto o conseguente un lutto, a una perdita emozionare importante, può favorire la comparsa di malattie e rappresentare la concausa per l’insorgenza di alcuni tumori e malattie autoimmuni.
Ma solo oggi conosciamo il meccanismo con cui il buonumore preserva dalle infezioni: oggi sappiamo che un’attitudine positiva aiuta a mantenere alti livelli di IgA e stimola la produzione di endorfine. Sono i meccanismi che potenziano il sistema immunitario.

Questi dati possono essere compresi e spiegati solo nella prospettiva PNEI, secondo cui le relazioni fra cervello, sistema endocrino e immunità rendono verosimile l’idea che le emozioni abbiamo un ruolo determinante sullo stato di saluti psichico e anche fisico.

Questa grande rivoluzione nella medicina è legata agli studi che hanno chiarito la relazione strettissima fra la risposta immunitaria e il sistema neuroendocrino.

Da Selye in poi, gli scienziati hanno indagato le conseguenze dello stress sull’immunità. Se si verifica uno stress acuto, la capacità di difesa aumenta. Ma se lo stress diventa cronico, la continua riattivazione del cortisolo, che raggiunge livelli elevati che si mantengono nel tempo, induce ad una minor produzione di linfociti. Per cui durante uno stress prolungato il rischio di contrarre malattie è maggiore.

Ovviamente, non vogliamo dire che tutte le malattie siano evitabili con un atteggiamento positivo, ma di sicuro la l reazione individuale, le variabili relative alla persona, la reazione emozionare suscitata dallo stress rendono differenti i risultati di uno stressor comune.

da Lidia La Marca – Dottor Cibo – ADV Edizioni