All’inizio degli anni Duemila, destarono grande scalpore i risultati di numerosi studi che evidenziavano come i popoli che più amano latte e formaggi, come norvegesi, svedesi e americani, abbiano un’incidenza di fratture superiore a quella rilevata fra i cinesi, per esempio, che non bevono latte.

Nel 2003, unn epidemiologo della scuola di Harvard pubblicò un ampio studio che dimostrava come in 70 mila donne in età menopausale, seguite per 18 anni, nè il latte nè una dieta ad alto contenuto di calcio avessero effetto protettivo sull’osso.

Inoltre, studi precedenti avevano riscontrato elevate percentuali di steoporosi in popolazioni nella cui dieta la carne era presente quantità elevata.

Altre ricerche hanno evidenziato che la vitamina D ha un ruolo ben più importante nella salute delle ossa. A questo si aggiunge la scoperta, legata al tema dell’equilibrio acido-base, che chi ha un elevato carico di proteine animali nella dieta (carne e formaggi) ha un minore contenuto di minerali nelle ossa, dovuto all’eccessiva acidificazione prodotta da questo stile alimentare, che costringe l’organismo ad utilizzare la riserva di minerali contenuti nelle ossa.

Ma c’è un altro dato che giustifica l’espressione “paradosso del calcio”, basato su di una ricerca eseguita fra persone di giovane età. I risultati dimostrano che un apporto di calcio a lungo termine non ha benefici sull’osso. Al contrario, un eccesso di calcio introdotto con una dieta ricca di formaggi può avere come effetto finale una maggiore perdita di calcio.

Molto megio, quindi, organizzare il nostro stile di vita intorno a cardini più solidi della buona salute. Prima di tutto un’alimentazione scarsa di grassi animali e ricca di proteine vegetali: da frutta e verdure assumiamo il calcio e sostanze necessarie alle ossa. Inoltre l’esercizio fisico e l’esposizione alla luce del sole.

Da Osteoporosi, buone notizie