La variabilità della frequenza cardiaca è indice di salute
La Variabilità della frequenza cardiaca (Heart Variability Rate o HVR) è un indicatore attendibile non solo del rischio di patologie cardiache, ma trova applicazione anche in altri ambiti della medicina e più in generale nella valutazione Pnei della salute dell’individuo.
Con “frequenza cardiaca” si intende il numero medio di battiti al minuto. Parliamo di media perchè il cuore non batte ad una frequenza costante.
Il battito infatti varia in risposta a numerosi fattori, quali il ritmo del respiro, gli stati emozionali, lo stato di ansia, stress, rabbia, rilassamento, pensieri e così via, e dipende dall’equilibrio tra lo stimolo simpatico e parasimpatico.
In un individuo sano, la frequenza risponde rapidamente a questi fattori proprio e mette in condizioni l’organismo di adattarsi e rispondere al meglio alle situazioni che si presentano via via nel nostro ambiente.
Un buon grado di variabilità delle frequenza cardiaca rispecchia dunque una buona capacità di adattamento psico-fisico all’ambiente.
Un cuore eccessivamente ritmico, al contrario, indica una capacità di adattamento inferiore.
La risposta dell’organismo allo stress e alla calma
In situazioni di stress, il sistema nervoso simpatico si attiva producendo una serie di effetti come l’accelerazione del battito cardiaco, la dilatazione dei bronchi, l’aumento della pressione arteriosa, la vasocostrizione periferica, la dilatazione delle pupille, l’aumento della sudorazione.
Tutto ciò è reso possibile dalla mediazione chimica di noradrenalina, adrenalina, corticotropina e diversi corticosteroidi.
In situazioni di calma invece il sistema nervoso parasimpatico favorisce il riposo ed il recupero, producendo il rallentamento del battito cardiaco, l’aumento del tono muscolare bronchiale, la dilatazione dei vasi sanguigni. La pressione sanguigna diminuisce, il respiro rallenta e si fa più profondo, i muscoli si rilassano, i piedi sono più caldi.
Il mediatore chimico di questo processo è l’acetilcolina.
La capacità dell’organismo di modificare l’orientamento verso l’uno o l’altro sistema è molto importante e corrisponde alla nostra modalità di reazione ai fattori di stress.
Misurare la variabilità della frequenza cardiaca con il PPG, fotopletismografia digitale
La misura della variazione della frequenza dei battiti cardiaci rappresenta un indicatore molto importante e scientificamente validato per valutare la funzionalità del sistema nervoso autonomo.
Mentre in cardiologia viene normalmente utilizzato l’apparecchio elettrocardiografico, in altri ambiti si impiega più agevolmente la fotopletismografia digitale (PPG).
I sensori fotopletismografici, applicati alle dita medie delle mani, emettono e captano luce infrarossa, che viene assorbita dal sangue, rilevando le variazioni cicliche della pressione nei capillari delle dita e che rappresentano fedelmente il battito cardiaco.
Questo sistema consente di misurare con grande precisione, in millisecondi, l’intervallo fra i battiti e di rappresentare i dati raccolti in in grafico detto Tacogramma, che contiene le informazioni necessarie a valutare il bilanciamento fra Sistema Nervoso Simpatico e Sistema Nervoso Parasimpatico.