Sono ormai numerosissime le prove dello stretto rapporto che sussiste tra cibo, abitudini comportamentali e salute, sia per gli aspetti fisiologici e patologici che preventivi.
Soprattutto le donne, nel corso della loro vita, sperimentano quanto l’alimentazione, e in generale le scelte dello stile di vita, possa avere riflessi importanti sulla propria salute e non solo.
Durante l’adolescenza, il regime alimentare può essere causa di un peso corporeo eccessivo, o troppo ridotto; una alimentazione ricca di cibi contenenti ormoni potrebbe determinare un anticipo o un ritardo del menarca.
In gravidanza, l’importanza delle scelte alimentari è ormai argomento noto (il cosiddetto “imprinting nutrizionale”).
Meno noto è che anche le abitudini alimentari in fase pre-concezionale possono influenzare la salute del nascituro, del bambino e del futuro adulto.
L’epigenetica ci ha chiarito, infatti, che il cibo, principale fattore epigenetico, ha la capacità di condizionare l’espressione dei geni e che queste modifiche sono trasmissibile per alcune generazioni.
Al grande capitolo delle complicanze della gravidanza e del parto legate all’alimentazione, sia per la donna che per il feto, date dall’obesità, dall’insorgenza di diabete gravidico e dalle carenze nutrizionali, si unisce anche il tema dell’infertilità causata dal fumo o da un’alimentazione sbilanciata.
La menopausa è un altro momento cruciale nella vita delle donne in cui, attraverso stili di vita virtuosi, si possono evitare fastidi e malattie.
Molte condizioni patologiche della donna si pensa possano essere influenzate dalle scelte alimentari e dello stile di vita.
Accanto al carcinoma della mammella, di cui la ricerca ha chiarito, nella maggior parte dei casi, la stretta relazione con lo stile di vita, esistono altre patologie che potrebbero esservi correlate: la leiomiomatosi uterina, la sindrome dell’ovaio policistico, in cancro dell’endometrio, dell’ovaio.
Non dimentichiamo alcune malattie metaboliche che colpiscono particolarmente la donna quali la sindrome metabolica, l’obesità, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi, le patologie cardiovascolari e la calcolosi epatica.
Le diete mediterranea, vegetariana e vegana sono tutte riconosciute, con i necessari distinguo, come gli stili alimentari più adeguati a fare prevenzione e a mantenere uno stato di salute migliore.
La scelta alimentare deve seguire le abitudini e i desideri della donna modulati alla luce delle nuove evidenze scientifiche, guidata dalla cultura e competenza del medico di riferimento, e deve trovare terreno fertile nella voglia di cambiamento. Le nuove tendenze vegetariane e vegane aprono insoliti scenari che richiedono abili interpreti: alla donna si deve chiedere conoscenza dei vantaggi ma anche dei rischi; al medico disponibilità al dialogo, maggior cultura specifica, per far evitare errori alimentari e carenze che, in alcune situazioni potrebbero essere pericolose per la salute.
Tutto ciò nella consapevolezza che per tutti noi è ormai necessario cambiare!