La cefalea catameniale, cioè legata alla mestruazione, interessa più della metà delle donne che soffre abitualmente di mal di testa. E’ un disturbo caratteristico perché è presente solo da due giorni prima a 2 giorni dopo l’inizio del flusso mestruale, con crisi dolorose localizzate ad un lato della testa, accompagnate da nausea, fastidio per la luce e per il rumore. La cefalea è spesso è complicata anche dalla presenza di altri sintomi ormonali: disturbi dell’umore, dolore mestruale (dismenorrea), tensione mammaria dolorosa (mastodinia). E’ difficilmente curabile perchè ancora oggi non ne conosciamole la causa.
La tipica periodicità, tuttavia, ha convinto gli scienziati a concentrare gli studi sul rapporto ormoni e cefalea. Il ruolo degli estrogeni, ormoni femminili per eccellenza, risulta evidente dal fatto che la prevalenza dell’emicrania è simile tra i ragazzi e le ragazze, ma dopo la pubertà diventa 3 volte maggiore nelle donne che negli uomini ed è in relazione allo stato riproduttivo femminile. La donna per quasi tutta la vita è sottoposta a enormi variazioni dell’equilibrio ormonale (menarca, gravidanza e menopausa) che spesso condizionano la storia naturale dell’emicrania. Tra i 10-12 anni si ha un netto aumento dell’incidenza e sarebbe importante, già a quell’età abituare la ragazza adolescente a registrarne le caratteristiche e la frequenza perché l’emicrania che inizia al menarca (prima mestruazione) più spesso diventa periodica; frequentemente scompare o si attenua durante la gravidanza e dopo la menopausa.
La diminuzione dei livelli di estrogeni nei giorni vicini alla mestruazione è una dato accertato da tempo, ma i rapporti tra ormoni ed emicrania sono molto più complessi. I meccanismi alla base degli attacchi sono probabilmente numerosi, in relazione all’elevato numero di sistemi biologici coinvolti nel controllo neuroendocrino della funzione riproduttiva: il sistema oppioide (influenza il tono affettivo ma anche la secrezione di ormoni), l’asse ipotalamo-ipofisi surrene (in relazione all’adattamento allo stimolo stressante), il sistema adrenergico, il sistema serotoninergico, le prostaglandine (coinvolte nei sistemi di controllo del dolore), la prolattina, la melatonina (il cui deficit è in relazione alla diminuzione della soglia del dolore), il nitrossido che ha un ruolo chiave nel dolore emicranico. E in ogni caso esiste probabilmente una predisposizione al disturbo.

La terapia della cefalea catameniale

La terapia della cefalea catameniale si basa su due pilastri: la terapia sintomatica, che cura l’attacco già iniziato, simile a quella della normale emicrania,e la terapia di profilassi a breve termine che tende a prevenire l’attacco. E’ indispensabile che sia adattata alle necessità della donna.
Per la terapia sintomatica sono utilizzati i comuni analgesici, che sono però meno efficaci che nelle altre cefalee; gli antinfiammatori non steroidei (FANS) per la loro azione antiprostaglandinica (naprossene sodico, ibuprofene); antinfiammatori quali il paracetamolo; gli ergot derivati (ergotamina diidroergotamina) che agiscono sul sistema serotonina,dopamina; il sumatriptan che si è rivelato molto efficace per rapidità d’azione; e gli antivomito comuni.
Per una terapia profilattica preventiva è necessario aver stilato un diario per stabilire quando iniziare. I farmaci utilizzati sono il naprossene sodico, l’ergotamina il sumatriptin..
Recentemente si è rivelato interessate l’utilizzo del pidolato di magnesio a partire dal 15° giorno del ciclo fino alla successiva mestruazione.E’ una sostanza, priva di effetti collaterali che nelle donne con emicrania è fortemente diminuita. Anche la somministrazione di dosi di estrogeno naturale (l’estradiolo) si è rivelata efficace in molti casi.

Alcuni consigli utili per chi soffre di cefalea catameniale

Attenzione alla dieta
Evitate o diminuite le quantità degli alimenti che possono scatenare la cefalea ( alcol, grosse dosi di caffè, nitriti presenti negli insaccati, tiramina presente nei formaggi stagionati, sale, cioccolata, frutta secca ).
Evitate il digiuno
Attenzione ai fattori ambientali
Evitate l’esposizione al sole
Evitate le variazioni atmosferiche e di altitudine
Evitate l’eccesso o la carenza di sonno
Evitare i contraccettivi estroprogestinici
Evitate situazioni stressanti da un punto di vista emozionale
Compilate un diario per aiutare il medico a fare una diagnosi precisa